Buongiorno a tutti e buon 2 giugno!
Per il post di oggi ho pensato bene di completare una triade iniziata qualche mese fa: in principio abbiamo parlato dell’avocado, la settimana scorsa del mango e questa settimana tocca alla papaya. Questi tre frutti esotici sono da sempre alla stregua dei tre moschettieri, difficili tenerli separati, nei supermercati come nei discorsi.
La papaya è un frutto molto particolare, in quanto contiene una serie di elementi così utili al nostro corpo che perfino la scienza non ha potuto ignorarli, tanto da lanciare sul mercato diversi tipi di integratori basati sulla sua versione fermentata.
Proveniente dal Centro America (anche se c’è chi sostiene arrivi dalla Malesia), la papaya predilige i climi tropicali, per questo motivo viene oggi coltivata non solo nelle sue zone d’origine, ma anche in Asia e in Africa.
La pianta, il cui nome scientifico è Carica papaya, consta in un albero dalle dimensioni non troppo imponenti (massimo 10 metri), i cui frutti ricordano per certi versi dei meloni (e possono pesare fino a 9 chili). La loro forma è oblunga, il colore va dal giallo al verde, con qualche sfumatura rossastra; la polpa è di un rosso aranciato, dal gusto dolce e piacevole, mentre il centro è costituito da tante piccole sfere nere (simili a quelle del maracuja) che altro non sono se non i suoi semi.
Seppur disponibile tutto l’anno, la papaya, come l’avocado e il mango, è un frutto estivo e consumarlo durante i mesi più caldi assicura un valido apporto di vitamine e sali minerali tale da sostenere l’organismo anche nei momenti più duri.
Costituita in gran parte da acqua, la papaya è consigliata nelle diete, soprattutto perché conta poche calorie e molte fibre. Oltre a essere deliziosa, come dicevo, questo frutto ha anche numerose proprietà.
Ricca di vitamina A, E e C, di flavonoidi e di sali minerali quali magnesio, potassio e ferro, la papaya aiuta a rinforzare il sistema immunitario, svolge azione antiossidante utile alla rigenerazione cellulare, e pare dia un contribuito tangibile alla lotta contro infezioni e infiammazioni dell’apparato digestivo (germi, vermi, batteri, etc). La peculiarità di questo frutto risiede in un enzima chiamato papaina, il quale ha comportamento simile a quello dei succhi gastrici, giovando perciò alla digestione, in particolare delle proteine. Per questo motivo la papaya viene raccomandata non solo alla fine di ogni pasto, ma anche a tutti coloro che soffrono di problemi digestivi.
Ho già fatto cenno agli integratori a base di papaya fermentata che è possibile acquistare in farmacia. Grazie ai suoi enzimi (potenziati dalla fermentazione), infatti, la papaya aiuta a prevenire e combattere infiammazioni e stress, ma anche malattie neurologiche degenerative, in particolare il Parkinson.
In ultimo (ma non per questo di minor importanza), è bene porre un accento sui semi: pare che in Giappone, da anni, siano utilizzati per combattere e alleviare le malattie al fegato, con una dose consigliata di un cucchiaino.
Bene, anche con la papaya abbiamo terminato! In effetti, proprio come i moschettieri (che alla fine erano 3+1), anche avocado, mango e papaya sono associati a un altro esotico famoso, di cui spesso però ci si scorda: la maracuja, conosciuta anche come “frutto della passione“. E settimana prossima ne parleremo ;)
Alla prossima!