Buongiorno a tutti amici!
Il nostro articolo del mercoledì affronta una questione tanto amata quanto controversa, che non mancherà di appellarsi al vostro gusto personale: i tatuaggi.
Si sa, sono in tantissimi gli amanti di questa particolare forma d’arte, c’è chi si tatua perché sente di voler imprimere sulla propria pelle esperienze di vita, chi perché si piace di più con un po’ di inchiostro addosso, chi perché, semplicemente, vuole seguire la moda e non vuole sentirsi “out”.
Nonostante il boom di cui sono protagonisti da un ventennio a questa parte, i tatuaggi (soprattutto in Italia) collezionano ancora numerosi pregiudizi e non sono ben visti da tutti.
Cosa accade quando la già discussa passione per i tatuaggi incontra una scelta altrettanto dibattuta come quella veg* o animalista? Che le polemiche si elevano al cubo!
Non è raro che i tatuaggi in sé provochino reazioni poco simpatiche, come non è raro imbattersi in qualcuno che ha tatuato in bella vista una “V” verde, una frase o un disegno che inneggi alla difesa degli animali. Proprio nel corso delle ultime settimane, Moby - di cui vi ho già abbondantemente parlato - ha pubblicato sulla sua pagina Facebook la foto di una ragazza la cui spalla ha catturato la sua attenzione. Su di essa era infatti tatuata la scritta “Animal Rights Activist” (“Attivista per i Diritti degli Animali”). I commenti che ne sono scaturiti sono stati una vera e propria pioggia di critiche e invettive nei confronti dell’artista, nonché del tatuaggio stesso!
C’è chi ha obiettato “quindi dovremmo credere che un tatuaggio aiuti gli animali?”, c’è chi ha (crudelmente) rilanciato “mi fa venire voglia di andare di più a caccia“, c’è chi ha sollevato la questione “lo sapete che l’inchiostro non è cruelty free?“. Ovviamente ci sono stati anche molti commenti positivi, ma la maggioranza riportava un malcontento generale.
Non è la prima volta che riscontro questo atteggiamento, non solo verso i tatuaggi, ma verso questo specifico tipo riguardante gli animali e il vegetarismo/veganismo.
Che li si ami o li si odi, i tatuaggi rimangono qualcosa a discrezione del singolo individuo e ritengo che, come tutte le scelte, non siano più di tanto criticabili. Ciò che soprattutto ho notato è come gli onnivori vedano in questo tipo di simboli una sorta di imposizione, qualcosa che rimarchi loro che non aderiscono alla “fazione giusta”, che cerchi di forzarli a cambiare idea.
Io penso semplicemente che un tatuaggio - soprattutto in questi casi - sia personale e che la malizia sia nell’occhio di chi legge, non di chi scrive :) Ci sono miliardi di motivi celati dietro una scritta o un disegno indelebili, non penso spetti agli altri doverli giudicare o attaccare se diversi dai propri!
Quanto alla questione degli inchiostri, dormite pure sonni tranquilli: la maggior parte di essi sono ormai vegan, ma qualora si avesse il dubbio si può chiedere esplicitamente al tatuatore di usare un inchiostro cruelty free.
Detto ciò, a voi piacciono i tatuaggi? Ne avete? E voi veg* in particolare, avete qualche simbolo che riporti la vostra scelta alimentare e di vita, da qualche parte sulla pelle?
Quanto a me… io ne ho quattro, ma ancora mi manca quello dedicato alla causa che sostengo! Chissà, il prossimo forse… eheh!
Alla prossima!