“Mi chiamo Moby e sono vegano”: le confessioni del vegan più famoso al mondo

Buongiorno a tutti!
La nostra rubrica del venerdì dedicata ai famosi torna a parlare del vegano più celebre del mondo: Moby.
Moby
Gli avevo già dedicato un post molto tempo fa, in occasione del World Vegan Day, ma in questo articolo gli si punterà proprio il riflettore in faccia.
Cosa rende l’artista newyorchese più famoso di tanti altri suoi colleghi veg*? La risposta secondo me è che Moby, a dispetto dei tanti dischi d’oro, dei soldi e della fama che si è guadagnato negli anni, si comporta proprio come uno di noi. Io lo seguo su Facebook, ma ancor di più su Instagram, e sono frequenti le volte in cui posta foto che richiamano il suo pensiero, arrivando addirittura a polemizzare sull’industria della carne o sulla caccia alle balene, non senza che qualche fan gli dia addosso proprio come farebbe con chiunque altro.
Proprio perché il suo nome è ormai associato in modo indissolubile al veganesimo, ha ritenuto utile scrivere un intero articolo su Rolling Stone, che per facilitare chi non sa l’inglese o non ha troppa voglia di leggere in tale idioma, riassumerò qua di seguito. Lo faccio perché, oltre a essere interessante, credo che persone come Moby possano essere di grande ispirazione per molti, non solo vegan. Detto ciò, cominciamo!
Fu proprio grazie al suo gatto preferito, Tucker, che Moby ricevette la sua prima illuminazione.Moby inizia dicendo che ha sempre amato gli animali, fin da quando era piccolissimo. Lui e sua madre (non ha mai conosciuto il padre) hanno avuto nel corso degli anni moltissimi animali domestici, per la precisione 4 cani, 12 gatti, oltre 1000 topolini da laboratorio, 3 gerbilli (roditori), un criceto e perfino un serpente di piccole dimensioni. Ogni volta che uno di loro si ammalava o moriva, il piccolo Moby piangeva, soffriva, arrivando a sviluppare non solo affezione nei loro confronti, ma vera e propria empatia.
Tucker era stato trovato in fin di vita e salvato dal musicista e da sua madre solo per miracolo; fu proprio mentre gli sedeva vicino che Moby, diciannovenne, pensò “proteggerei questo gatto a tutti i costi, gli voglio bene, non gli farei mai del male; è dotato di intelligenza e grande sensibilità, perciò perché dovrei recar dolore ad altri animali intelligenti e sensibili come lui?“.
Correva l’anno 1985 e Moby divenne vegetariano.
Qualche anno dopo il musicista tornò a porsi altre domande di ordine etico: perché se voleva evitare sofferenza e dolore agli animali continuava a consumare latte e uova? La vita negli allevamenti intensivi non era comunque salutare o felice, perciò Moby, nel 1987, prese la strada per il veganesimo e non l’abbandonò mai più.
Per sua stessa ammissione ha detto di aver vissuto il tipico periodo in cui, fomentato dai propri ideali, se l’è presa con i suoi amici onnivori, cercando di convertirli a forza alla causa vegan; ad oggi se ne vergogna, anche perché il risultato non fu la rinuncia alla carne da parte dei suoi amici, bensì la loro rinuncia a invitarlo alle feste, trovandolo fastidioso. Capendo di sbagliare, Moby corresse il tiro e oggi afferma di essere una persona molto più equilibrata.
Il fatto che io sia vegan non significa che voi dovete essere vegan. Sarebbe ironico il non voler imporre la mia volontà sugli animali, ma volerla imporre sugli esseri umani“, questa la conclusione a cui è arrivato il musicista dopo tanti anni. Condividere informazioni con le persone, rispettando le loro idee, porta molti più risultati del forzarle a pensarla come noi vorremmo.
Dal suo canto, l’artista asserisce che grazie al suo regime alimentare ha preso coscienza di molte cose, si è man mano documentato sulla salute del pianeta, oltre che su quella degli animali e, soprattutto, su quella degli esseri umani. Un consumo di carne, latte e uova porta o favorisce malattie quali diabete e cancro, perciò il suo consiglio per tutti è quello di informarsi e cercare di vivere la vita nel modo più sano possibile, così da renderla più lunga e più piacevole.
Aggiungo che spesso Moby si prende vere e proprie denigrazioni pubbliche da parte di molti suoi seguaci, denigrazioni che puntano sul fatto che si sia arricchito anche grazie a quelle persone che lui critica, ma che magari hanno comprato i suoi dischi. Come dico sempre, non si può essere coerenti su tutto, tanto più quando entra in gioco una cosa come il mercato mondiale…!
Che piaccia o meno, comunque, Moby è il vegano più famoso al mondo e sono felice lo sia, perché è una persona intelligente, se vogliamo saggia, che ha fatto il suo percorso, i suoi errori e che mi fa pensare come ci sia ancora molta speranza per cambiare le cose.
Alla prossima!

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